Swan 44’ “Pride”, refitting d’autore firmato Cossutti Ganz Design

“Pride”, Swan 44’ costruito nel 1973 su progetto S&S, è pronto a tornare a navigare grazie ad un complesso e stimolante progetto di refitting coordinato dal nostro studio di progettazione Cossutti Ganz Design.

 

40 anni dopo, una nuova sfida per “Pride”

Lo Swan 44’ “Pride” non è una barca qualsiasi, ma una di quelle barche che in virtù del suo brillante palmares ha contribuito a scrivere un pezzo di storia dello yachting. “Pride” può infatti vantare innumerevoli successi in acque americane, come il trionfo nella Newport – Bermuda Race, alle prime Swan World Cups e alle regate di Club 55 Cup e Nioulargue. Quest’ultima, la regata antesignana dell’attuale “Les Voiles de Saint Tropez”, è nata proprio dalla sfida inizialmente lanciata tra “Pride” e il 12 metri SI “Ikra”, nel lontano 1981.

Ma veniamo ai giorni nostri. Lo scorso anno “Pride” è stata riacquistata dai coniugi Will e Gillian Graves, proprio con l’intento di rinnovare la sfida ad “Ikra”, 42 anni dopo. Un dettaglio che infonde romanticismo alla storia: Gillian è la nipote di Dick Jayson, il proprietario originale del “Pride” e membro fondatore del Nioulargue.

L’armatore, che aveva seguito progetti simili curati in passato dal nostro Studio, ed in particolare quella dello Swan 38’ “Mascalzone Latino”, ci ha quindi contattati per commissionarci questo importante refit, con lo scopo di rendere più attuale, moderna e competitiva “Pride” in vista della nuova sfida che si terrà in Costa Azzurra.

 

Cos’è stato di “Pride” in questi anni?

Dopo il 1995, Dick Jayson smise di regatare, segnando la fine della partecipazione alla Nioulargue. “Pride” rimase così ancorato vicino a Saint Tropez e raramente riprese il largo. Nel 2001 la barca tornò a veleggiare in occasione del 20º anniversario della Nioulargue e partecipò nuovamente alla Club 55 Cup insieme a “Ikra”. Purtroppo, quello fu l’anno dell’attacco dell’11 settembre negli Stati Uniti, e Dick Jayson non poté partecipare all’evento. Al suo posto Bill Jayson, il figlio, veleggiò con orgoglio a bordo del “Pride” insieme ad alcuni membri dell’equipaggio originale della prima regata del 1981. 

Dopo quella regata, il “Pride” non tornò più a Saint Tropez. Con il peggioramento della salute Dick smise di gareggiare, mentre Bill si dedicò alle competitive regate della classe Farr 40; sembrava insomma che “Pride” non ricevesse più le stesse attenzioni di un tempo. A Saint Tropez alcuni fan dell’imbarcazione avanzarono anche alcune proposte per mettere insieme un consorzio per recuperare il “Pride”, ma la barca continuò a languire vicino a Saint Tropez, perdendo gradualmente il suo originario splendore.

 

La nuova proprietà italiana

Nel 2006 gli italiani Alfonso Visentini e Livio Nardo decisero di acquistare una classica imbarcazione a vela. Scoprirono il “Pride”, fermo da oltre cinque anni, e scrissero una sorta di “lettera d’amore” a Dick Jayson, esprimendo il desiderio di preservare l’eredità di questa splendida imbarcazione. La loro appassionata corte andò a buon fine e una volta trasferita la proprietà “Pride” fu trasportata a Venezia, dove il team di Visentini si dedicò per due anni ad un’ampia ristrutturazione. Da allora, “Pride” trascorse i successivi 14 anni a navigare in Italia, Sicilia e Grecia.

 

Il ritorno alla famiglia d’origine

È proprio Gillian, nipote di Dick, a raccontare come “Pride” tornò ad essere di loro proprietà: “Del tutto casualmente scoprimmo che Visentini aveva rimesso “Pride” in vendita; l’estate scorsa ci ha gentilmente invitati a Caorle, in Italia, per veleggiare insieme sul “Pride”, proprio in occasione del nostro decimo anniversario di matrimonio. Abbiamo passato alcuni giorni a bordo, godendoci pranzi mediterranei con buon cibo e vino, e facendo nuove amicizie ancorati al largo delle spiagge locali. È stata un’esperienza entusiasmante veleggiare sulla barca di mio nonno dopo così tanti anni. Non c’era più nulla che potesse fermarci! I lavori di ispezione dello yacht e le discussioni sono proseguite durante l’anno, e Will è tornato in Italia a gennaio per finalizzare l’acquisto del “Pride” e firmare il contratto per i necessari lavori di ristrutturazione”.

 

Lo Swan 44 Pride alata a Marina Sant’Andrea

“Pride” alata a Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro (Udine)

 

Il progetto di refit di Cossutti – Ganz Yacht Design

Fin da subito la coppia ha amato l’idea di trasformare e modernizzare il “Pride” per farlo regatare nuovamente ad alti livelli. Tuttavia, i controlli precedenti alla vendita avevano indicato che, sebbene lo scafo fosse in buono stato, l’albero vecchio di cinquant’anni e gran parte dei sistemi elettrici, idraulici e di altro tipo erano oltre ogni possibilità di riparazione. Come continua a raccontare Gillian: “Per far progredire il progetto velocemente, sapevamo che dovevamo lavorare con esperti di fama mondiale per ottenere il massimo del design, della sicurezza e delle prestazioni in gara della barca. Abbiamo così contattato lo studio Cossutti – Ganz Yacht Design, in virtù della loro grande esperienza nel refitting di barche classiche, incluse alcune di team di rilievo come Brava e del classico S&S Swan 38’ di Vincenzo Onorato “Mascalzone Latino”, che ha vinto la Rolex Swan Cup del 2022”.

Gli obiettivi per il refitting di “Pride” si sono così concentrati su alcuni punti chiave: oltre alla competizione, la barca sarebbe infatti dovuta essere più facile da manovrare, così da poter essere impiegata anche per la crociera. Questo perché Gilles e Will volevano portare i loro 3 giovani ragazzi a “veleggiare nel Mediterraneo”, per poi farli partecipare alla regata Les Voiles in autunno.

In studio, abbiamo subito capito che potevamo rendere la barca molto più facile da condurre grazie ad un approccio moderno, che contemplasse l’impiego di materiali all’avanguardia, tra cui fibra di carbonio, materiali compositi, manovre in fibre tecniche molto leggere, tutti materiali cambiati enormemente dai tempi della costruzione del “Pride” nel 1973. L’utilizzo estensivo di questi materiali possono contribuire a rendere la barca più veloce, sicura e molto più facile da manovrare. Anche se alcuni tradizionalisti si oppongono a modificare i grandi progetti di S&S degli anni ’70, il “Pride” aveva già avuto una storia ricca di modifiche: per esempio, è stata la prima unità delle S&S Swan 44’ a spostare il timone verso poppa, per ottimizzare le gare IOR alla fine degli anni ’70. Pertanto, non si trattava altro che di proseguire nella stessa direzione con le nuove modifiche.

 

Lo svolgimento dei lavori

La barca è stata alata al Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro (punto di assistenza Swan in Adriatico), disalberata e ricoverata al coperto durante l’inverno 2022-2023, per dare il via ai lavori. Enrico Burello, project manager interno dello studio Cossutti Ganz Design, spiega come si è svolto il lavoro:“Per prima cosa abbiamo fatto scannerizzare completamente lo scafo e la coperta, un passo fondamentale per avere una base di lavoro precisa ed affidabile.

Piano velico dello Swan 44 Pride.

Il piano velico di “Pride” prima e dopo l’intervento di refitting

 

Abbiamo poi proposto all’armatore di rimpiazzare il pesante albero in alluminio originale (armato con grandi genoa in testa d’albero) con un nuovo rig in carbonio, frazionato e con crocette acquartierate allo scopo di eliminare le volanti. La barca sarà così armata con fiocchi al 110% ad alto allungamento ed una generosa randa mini square – top, per avere anche adeguata potenza con ariette leggere. 

Per le andature portanti si è optato per un armo con gennaker in testa d’albero, murato su una delfiniera non eccessivamente lunga, per armonizzarsi al design dello scafo; è stata anche mantenuta la possibilità di armare eventualmente tangone e spinnaker tradizionali in futuro. 

Nel corso del progetto l’armatore ha anche optato per l’installazione di un sartiame discontinuo in carbonio, in sostituzione del tradizionale tondino d’acciaio. L’albero ed il sartiame sono forniti da Pauger Carbon.

Il piano di coperta è stato poi completamente rivisto per adeguarsi al nuovo e sofisticato armo: sono state eliminate le lunghe rotaie per i genoa, è stata razionalizzata la disposizione dei winch e semplificate le manovre, sempre tenendo ben presente le necessità agonistiche.

Tutta la parte di studio relativa allo sviluppo del piano velico e del piano di coperta è stata sviluppata con la consulenza dell’iper-titolato velista d’oltreoceano Steve Benjamin, il quale si è occupato anche del progetto e della realizzazione delle vele, nel loft North Sails di Miami.

 

Lo Swan 44 Pride durante i lavori.

 

Anche sotto la linea di galleggiamento gli interventi sono stati importanti: sul finire degli anni ‘70 il timone era infatti stato spostato all’estrema poppa grazie allo studio di Johan Valentijn (designer di “Liberty”, la barca sconfitta da “Australia 2” nella Coppa America 1982). Dopo aver appurato la sostanziale compromissione strutturale del timone e del suo skeg, si è deciso di passare ad un più moderno timone sospeso ad alto allungamento ed alta efficienza, posizionato in corrispondenza dell’originale; già in passato avevamo svolto questo tipo di conversioni su barche IOR ed i risultati erano stati davvero molto buoni. Questa modifica ha richiesto lo smantellamento del fairing costruito da Valentijn nella zona poppiera e solo grazie alle scansioni 3D siamo riusciti a ricostruire le forma della poppa originale S&S.”

 

 

Lavori al timone dello Swan 44 Pride

 

Il Cantiere ha infine provveduto ad una revisione completa dell’impiantistica, al ringiovanimento degli interni, alla riverniciatura completa dello scafo ed al rifacimento del teak della coperta. In questi giorni finalmente “Pride” sarà nuovamente in acqua a Genova, pronta per una nuova sfida, e noi saremo in prima fila per festeggiare l’evento assieme agli armatori.

 

Pride sul camion, pronta per la consegna

Articolo apparso sul blog di Cossutti Ganz Yacht Design a cura dello Studio.

 

 

 

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